ETICHETTA ILLUSTRATA ADESIVA IN: COLORI - RETRO BIANCO MUTO
NOTIZIE: La vita di César Rincón è emozionante. Un esempio di superamento, di
fatica, di sacrificio, un accumulo di momenti duri, tristezza, gioia, successi e trionfi memorabili. La sua biografia sembra un tipico esempio di realismo magico a cui si iscriverebbe lo stesso Gabriel García Márquez Da bambino il suo sogno era uno solo: fare il torero. A quel tempo usava il suo cane “Príncipe” come vitello per dare i suoi primi colpi. Alcuni sostengono che, da allora, avesse già nelle mani il potere, il comando e il coraggio; tanto che “Prince” ci credette e imparò presto a caricare come i coraggiosi: a naso in giù, con ritmo e tanta trasmissione. “Príncipe” fu la prima copia che ebbe la fortuna di cadere nelle mani del Maestro di Bogotà. Sì, perché anche i tori devono essere fortunati quando pescano.
Fu presto considerato un bambino prodigio della corrida per il suo modo di fare davanti ai vitelli con cui iniziò. A quel tempo, l'UNICEF di Francia, con l'interesse di mettere in risalto i valori dei bambini, realizzò un cortometraggio sulla breve vita di Giulio Cesare che studiò in unascuola pubblica, lavorò e si allenò con la speranza di voler diventare un torero. .
Giovanissimo giunse in Spagna e con fatica, più facile a raccontarsi che a vivere, iniziò il suo cammino in Europa. E raggiunse il suo primo obiettivo, diventare torero. Era a Bogotá, l'8 dicembre 1982, nella sua amata arena di Santamaría, per mano di due maestri di corrida, Don Antonio Chenel “Antoñete” e Don José María Manzanares con tori del ranch di Vistahermosa. Ed è arrivato il 21 maggio 1991. I giovani del nuovo secolo non lo capirebbero.A mezzogiorno del 21 maggio andava in onda la trasmissione radiofonica RCN. Il paese era
paralizzato. César Rincón, alto 1,66, di Bogotá, figlio di un fotografo e grande torero e di una madre devota che lo benedisse dal cielo,
ha affrontato il “Santanerito”, una bestia da cinquecento chili nella mitica Plaza de las Ventas di Madrid. Animalisti e vegani, in un Paese afflitto dal terrorismo, erano una minoranza. Così quando, con un colpo solo, uccise il toro e l'esigente pubblico madrileno tirò fuori i fazzoletti e gridò torero, il paese tremò. La festa fu totale quando gli diedero entrambe le orecchie.La Francia si arrese ai suoi piedi e fu nominato “Imperatore della Gallia”. Quell'anno saranno 4 le volte in cui aprirà la grande porta delle Saldi di Madrid. Quattro che è detto presto.
Cambiano i titoli sulla Colombia della grande stampa europea. Lasciarono da parte le bombe e le avventure dei boss e parlarono di un ragazzino colombiano che riuscì a grattare il cielo con la mano. Di un torero che parlò a Dio e lui gli rispose.
E 24 ore dopo, tra l’incredulità della gente del posto e degli stranieri, ha ripetuto l’impresa.
Poi ha fatto esplodere i manifesti in tutte le fiere. E come se fosse un
antico “Cesare” romano, girava la penisola iberica dicendo: “Veni, Vidi, Vici”…………………………………
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